Napoli, Ancelotti non perde il sonno: ma intanto il sogno sta andando via

Premessa: mercoledi sera il Napoli potrebbe compiere una delle imprese più grandi della sua storia, riuscendo a qualificarsi in un girone in cui ci sono la squadra Vice Campione d’Europa, il Liverpool, e la squadra più ricca d’Europa, che spende e spande e che, sebbene sia campionato francese, è ancora in percorso netto, il PSG.
Turnover Si o Turnover no?
Detto questo, e ricordando che comunque vada il Napoli potrebbe qualificarsi anche all’ultima giornata, il pareggio di domenica con il Chievo Verona ci obbliga a dover fare delle riflessioni. Eh si, perché forse, ma forse, qualche valutazione è stata leggermente affrettata. Probabilmente, la rosa di 24 giocatori, il famoso turn-over tanto decantato, non è poi cosi efficace. Forse allora Sarri non era completamente pazzo nell’avere mille remore nello schierare giocatori come Ounas, seppur positivo nelle sue prime uscite di questo campionato. Probabilmente ci sono partite, quella di ieri ne è il chiaro esempio, che nonostante la differenza in classifica, impongono i titolarissimi.
Attenzione, non è mica detto che con dentro Allan, Fabian, Hamsik, Mario Rui, il Napoli avrebbe battuto il Chievo. Assolutamente! Va detto però che l’atteggiamento del primo tempo è stato tutto meno che da grande squadra. Un Napoli superficiale, nei disimpegni, fino al tentativo di creare qualcosa, imborghesito e senza quella carica, quella verve, quei minuti da “quarto d’ora granata” che hanno sempre contraddistinto il Napoli di qualche tempo fa.
Dal Chievo al Chievo, il fattore San Paolo
Anche lo Stadio San Paolo, ieri insolitamente pieno visto anche il tenore dell’avversario, sembrava un teatro che solo in rare occasioni ha provato, nell’ultimo quarto d’ora, a spingere la squadra oltre l’ostacolo. E allora la domanda è: “deve essere la squadra ad infiammare il pubblico o gli spettatori a trascinare la squadra?”. Probabilmente entrambe le cose.
Il Chievo non ha rubato niente. Si, gli azzurri hanno avuto qualche occasione, anche importante, vedi Insigne che prima si divora il vantaggio solo davanti a Sorrentino, e poi prende il palo con un gran tiro a giro. Mertens ci ha provato, senza lucidità, lo stesso Callejon. Ma la squadra di Di Carlo è apparsa solida e per niente rassegnata ad una probabile retrocessione. Anche nell’atteggiamento ad inizio partita, giocare con Birsa e due punte è un segnale importante che il Chievo ha dato al Napoli ed al campionato.
Però, però…arrivando al tema dell’articolo, la mente è ovvio che va all’ultimo Napoli-Chievo giocato al San Paolo. Siamo alla trentunesima giornata di Serie A, il Napoli ci prova, sbaglia un rigore, Sorrentino come al solito è il migliore in campo, ed addirittura il Chievo passa in vantaggio con Stepinski. Il campionato sembra finito, la Juve sarebbe a +7, ed è allora che cambia il mondo. Assedio azzurro, traverse, soliti miracoli, il pubblico è di fatto in campo, gli azzurri volano e pareggiano con Milik. All’ultimo secondo Diawara, proprio il peggiore in campo ieri, trova il Jolly che fa esplodere il San Paolo e regala i 3 punti alla squadra di Sarri che può continuare il suo sogno. Si chiude con tutta la squadra sotto le curve a prendersi la meritata ovazione.
Ancelotti non perde il sonno, ma…
Ieri invece non c’è stata nessuna scintilla, un piattume totale che va oltre uno 0-0 che in un campionato può succedere. M è il silenzio dello stadio a fare rumore, e soprattutto la scossa che non arriva neanche dalla panchina. I cambi sono assolutamente giusti, serve Milik, entra ma non tocca mai palla, serve Allan, che cambia la squadra, ma non può far sempre pentole e coperchi, entra Mario Rui, ma niente succede.
La conferenza di Ancelotti è da grande allenatore, da grande uomo di comunicazione. “Non è una gara che mi fa perdere il sonno ed il sogno, pensiamo alla gara di mercoledi con la Stella Rossa. Abbiamo peccato di efficacia ed intensità, dobbiamo far tesoro di questa gara”. Tutto giusto, tutto corretto, Ancelotti ha dato internazionalità alla squadra, il “Leader Calmo” sa cosa dire e quando dirla.
E’ vero, Ancelotti è uno straordinario allenatore ed è qualcosa che questa squadra, questa società non hanno mai visto. Intanto però, il campionato, al 26 novembre, non è finito, ma può perderlo solo la Juventus. Il Napoli, lo speriamo tutti, potrà qualificarsi in Champions e fare una bellissima stagione europea. Nella mente di tanti tifosi del Napoli però, quelli veri, quelli che hanno sognato di poter riscrivere la storia del calcio italiano, resta quella rimonta al Chievo. Quella vittoria che trascino poi al colpo di Torino, che non ha portato sicuramente a niente, se non a vivere il momento piu felice degli ultimi 25 anni di calcio a Napoli.
Nostalgia di Rivoluzione
E allora si, chiamateli nostalgici, chiamateli provinciali, ma quelli che pensano che l’uomo dei Record, il perdente che non ha mai vinto niente, quello dei 91 punti che poi non servono a Niente, probabilmente sarà ancora, purtroppo per il Napoli, l’unico ad aver davvero accarezzato un sogno.