Ancelotti: ‘Mi piacerebbe restare a lungo a Napoli. Abbiamo il miglior centrocampo d’Italia’

La stagione del Napoli è stata sicuramente positiva fino a questo momento. Gli azzurri sono secondi in classifica con 32 punti, a meno otto dalla Juventus capolista e a più tre sull’Inter terza. Al di sopra di ogni aspettativa, invece, il cammino in Champions League, dove la squadra di Carlo Ancelotti è in testa al girone C con 9 punti, a più uno sul Psg e più tre sul Liverpool. Martedì prossimo, poi, i partenopei si giocheranno tutto all’ultima giornata in casa dei Reds, dove basterà un pareggio per passare il turno contro ogni pronostico.
Napoli, Ancelotti parla del legame con la città e le qualità della rosa
Il tecnico del Napoli, Carlo Ancelotti, ha concesso una lunga intervista ai microfoni de Il Corriere dello Sport. L’ex allenatore di Bayern Monaco e Real Madrid ha trattato vari temi, soffermandosi anche sull’amore per la città partenopea. Queste le sue parole:
Le qualità di Napoli: “Mi piacciono tante cose. Ovviamente il paesaggio e la luce. Il Vesuvio: ti svegli la mattina e hai questa fotografia emozionante davanti. La gente è molto disponibile. Mi piace poi la passione che c’è dietro questa squadra. A me piace frequentare la città, vado per strada, nei ristoranti e nessuno mi ha mai disturbato, sono molto rispettosi”.
Restare a lungo: “Mi piacerebbe molto restare a lungo, con quell’idea di manager come nel calcio inglese. Forse qui ci sono le caratteristiche adatte a un progetto simile”.
L’approccio con i calciatori: “Ai calciatori va trasmessa convinzione e fiducia, ma alcune volte vanno stimolati. L’intelligenza in un calciatore conta tantissimo, il talento non è sufficiente. Senza professionalità e applicazione non si fa la differenza. Alla stazza fisica non do molta importanza, a calcio possono giocare tutti. Il giocatore lento, quello veloce, il giocatore basso, il giocatore alto. L’aspetto fisico, nella mia idea di calcio, ancora non ha la predominanza sull’intelligenza tecnica e tattica. Più dell’intelligenza conta solo la personalità”.
I primi passi al Napoli: “Ho parlato con la società, ho cercato di capire i loro progetti. La squadra già la conoscevo e mi piaceva. Dopo, piano piano, ho iniziato il processo senza stravolgere quello che già facevano molto bene con Sarri. Il Napoli è una squadra che ha conoscenza, per tre anni ha fatto un determinato e rigoroso lavoro e questo bagaglio si riconosce molto bene a livello di sapienza tattica. Dopo, piano piano, cerchiamo insieme di modificare il sistema di gioco. Naturalmente con la condivisione dei giocatori. Non faccio mai una cosa se i giocatori non sono convinti di farla. Mi diceva Sacchi che ci sono due modi di convincere le persone: per persuasione o per percussione. Io preferisco la persuasione”.
Le qualità della rosa: “Questa squadra ha tante potenzialità e lo ha dimostrato nel girone di Champions, che era difficilissimo. Siamo cresciuti molto in personalità, convinzione, perché queste partite aiutano a crescere. Siamo una squadra che non può giocare a basso ritmo. Per riuscire dobbiamo lavorare sempre a ritmo alto. Sono convinto di avere il centrocampo migliore d’Italia. Koulibaly è tra i migliori al mondo con Sergio Ramos, Varane e con quelli della Juve che sono molto forti, più che come individualità, come coppia. Manca un attaccante robusto? Dipende da come vuoi giocare. Noi non sfruttiamo molto i cross quindi cerchiamo di utilizzare più il gioco verticale. Fino ad ora, ha funzionato”.
Cori razzisti e Juventus
Ancelotti ha parlato anche della battaglia ai cori razzisti e dell’acerrima rivale in campionato:
Sui cori: “Io non voglio fare un discorso solo sul Napoli. Voglio parlare degli stadi italiani e della lotta contro ogni intolleranza. Una cosa sono i cori e gli striscioni divertenti, altro le manifestazioni di odio e la demonizzazione di città, colori della pelle, appartenenze etniche o religiose. E’ un malcostume che deve finire. Se ci sono quei cori si devono attuare delle procedure: la segnalazione del capitano all’arbitro, l’annuncio con gli altoparlanti e, se nulla serve, la sospensione della partita”.
Lotta scudetto: “La Juventus non è inarrivabile, è molto forte, molto continua, però inarrivabile no. Nella mia esperienza di calcio non ho ancora trovato squadre imbattibili. Certo, per stare al passo con la Juve, devi fare miracoli”.