Uno dei migliori giocatori della rosa dell’Inter nell’ultima stagione è stato sicuramente Hakan Calhanoglu. Arrivato a parametro zero dopo essere andato in scadenza di contratto con il Milan, il fantasista turco non ha fatto rimpiangere Christian Eriksen. Numeri importanti i suoi, arrivato addirittura in doppia cifra in termini di assist. Sette i gol messi a segno in trentaquattro presenze, a fronte di ben dodici assist e prestazioni eccellenti. Alla fine il classe 1994 ha portato a casa anche due trofei, la Supercoppa italiana e la Coppa Italia, pur restando con l’amaro in bocca per lo scudetto.
Inter, le parole di Calhanoglu

La perdita dello scudetto ha lasciato l’amaro in bocca in casa Inter con Hakan Calhanoglu che è stato il principale bersaglio di sfottò e insulti. Non solo i tifosi, visto che anche alcuni tesserati del Milan si sono scagliati contro di lui, in particolar modo Ibrahimovic. E proprio allo svedese ha voluto rispondere il centrocampista turco nell’intervista rilasciata ai microfoni di Tivibu Spor:
“E’ un uomo di 40 anni, io non farei una cosa così se avessi quell’età; non ha 18 anni. Gli piace essere al centro dell’attenzione. Quest’anno non dato il suo contribuito nella vittoria dello scudetto, non ha praticamente mai giocato. Ma fa di tutto per attirare l’attenzione dei tifosi. Non mi interessa affatto, non è giusto perché è una persona che mi chiama sempre quando sono a Milano, che vuole uscire a cena e andare in moto con me; lo rispettavo. Ha anche scritto di me nel suo libro, doveva scrivere queste cose o il suo libro sarebbe stato vuoto. Non gli rispondo, è meglio non rispondere”.
La sconfitta decisiva e il rapporto con Inzaghi

Calhanoglu ha parlato anche della sconfitta che ha deciso, probabilmente, la corsa scudetto, oltre a soffermarsi sul rapporto con il tecnico dell’Inter:
La sconfitta decisiva: “L’Inter è una squadra molto più forte del Milan. Abbiamo perso un derby che è cambiato improvvisamente al 75′ dopo che io e Perisic siamo stati sostituiti. Eravamo in vantaggio 1-0, poi abbiamo perso 2-1. L’allenatore ha anche contribuito a quella sconfitta, gliel’ho pure detto. In Coppa, invece, li abbiamo battuti 3-0. La squadra è molto ambiziosa”.
Il passaggio dal Milan all’Inter: “E’ stato molto difficile. Stessa città, colori diversi, anche adattarsi alla squadra non è stato facile. Ma ho lavorato sodo, ero molto concentrato sul mio lavoro. Sapevo che sarei andato nella squadra campione d’Italia, questa era la mia occasione. Poi la squadra in cui sono andato non ha vinto lo scudetto, che è andato alla mia ex squadra: la gente ha come insinuato fosse colpa mia. Il nostro obiettivo per la prossima annata resta vincere il campionato, stanno arrivando anche buoni giocatori dal mercato. Penso di aver dato un buon contributo alla squadra con assist e gol. La nostra squadra sta molto bene, sono molto felice all’Inter. Anche il supporto dei tifosi mi aiuta molto. Ho giocato al Milan per quattro anni, ma nessuno gridava il mio nome dagli spalti, cosa che succede ogni volta che faccio riscaldamento pre-partita con l’Inter”.
Il rapporto con Inzaghi: “E’ una brava persona che capisce il calcio, che sta molto vicino alla squadra. Mi voleva tanto, anche la sua insistenza è stata importante perché mi trasferissi all’Inter”.