La terza giornata dei Mondiali 2022 è cominciata con la clamorosa sconfitta per 2-1 dell’Argentina contro l’Arabia Saudita, esordendo come peggio non si poteva. Dopo un primo tempo chiuso in vantaggio col rigore di Messi, l’Albiceleste è crollata ad inizio ripresa subendo la rimonta saudita. A seguire, ore 14:00, la prima sfida del girone D tra Danimarca e Tunisia si è chiusa a reti inviolate.
Argentina-Arabia Saudita 1-2
Una delle grandi favorite per la vittoria finale si presenta in Qatar, con l’Argentina di Scaloni che si schiera con un iper offensivo 4-2-4. Nel reparto offensivo ci sono Di Maria, Messi, Lautaro Martinez e il Papu Gome. Parte fortissimo l’Albiceleste che al 2′ sfiora subito il vantaggio con un mancino di Messi disinnescato da Al Owais. Al minuto 8 però, subito protagonista il VAR: Abdulhamid cintura Paredes in area su sviluppi del calcio d’angolo, disinteressandosi del pallone. L’arbitro Vincic assegna il penalty, dopo revisione delle immagini, che Messi trasforma senza alcuna difficoltà.
L’atteggiamento dell’Arabia Saudita è comunque molto aggressivo, con tanto pressing e una linea difensiva altissima. Non a caso gli avanti argentini vanno spesso in offside, non riuscendo ad evitare questa ‘trappola’. Basti dire che Messi prima e Lautaro Martinez poi (quest’ultimo due volte), vanno anche a segno, ma sempre in fuorigioco, non trovando la rete del raddoppio. All’intervallo è dunque vantaggio minimo per i sudamericani.

Ma l’inizio del secondo tempo è a dir poco scioccante per l’Argentina, dato che l’Arabia Saudita nel giro di sette minuti ribalta incredibilmente il risultato. Il gol dell’1-1 arriva al 48′: palla in profondità per Al Shehri, scattato perfettamente, il numero 11 dell’Arabia Saudita salta Romero, si sposta la sfera sul mancino e fa partire un tiro a incrociare che finisce in fondo al sacco. L’Albiceleste accusa il colpo e al 53′ arriva il clamoroso sorpasso: Al Dawsari riceve sul vertice dell’area di rigore, va via a Paredes e de Paul e dai sedici metri esplode un destro a giro che Emiliano Martinez, in tuffo, può solo sfiorare.
A quel punto Scaloni manda in campo diverse forze fresche, tra cui Enzo Fernandez e Julian Alvarez. I sudamericani attaccano a testa bassa, sfiorando il pari al 64′ con Tagliafico. Ma più passano i minuti e più la pressione sale. I sauditi si difendono benissimo e con grande intensità, entrando nell’ormai consueto lunghissimo recupero (8 minuti, più altri 5 dopo l’infortunio occorso ad Al Sharani) ancora in vantaggio. Ma non succede altro, l’Arabia Saudita può esultare.